Trump chiede la pubblicazione integrale del materiale del Grand Jury su Epstein

Lorenzo Di Bari

Luglio 20, 2025

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente fatto una richiesta al Dipartimento della Giustizia riguardo al caso noto come “Epstein files“, esprimendo la volontà di pubblicare tutte le informazioni disponibili. Con un post sul social media Truth, Trump ha negato qualsiasi coinvolgimento nel caso di Jeffrey Epstein, il finanziere che si è suicidato nel 2019 mentre era in custodia per reati sessuali. La richiesta di Trump mira alla desecretazione delle testimonianze rilasciate davanti al Grand Jury.

Decisione del giudice federale

La decisione riguardante la pubblicazione delle informazioni spetta a un giudice federale di Manhattan, Richard M. Berman, il quale dovrà consultare le vittime e le persone coinvolte nell’inchiesta prima di prendere una decisione. Questo processo potrebbe richiedere tempo, ma Trump ha deciso di lanciare un messaggio forte in seguito a un articolo del Wall Street Journal, che ha rivelato che nel 2003 il presidente avrebbe inviato una lettera a Epstein con auguri particolari per il suo 50esimo compleanno.

Contenuto della lettera e causa legale

Il Wall Street Journal ha riferito che Trump avrebbe incluso nella lettera un disegno di una donna nuda e un messaggio ambiguo: “Buon compleanno – e che ogni giorno sia un altro meraviglioso segreto”. Trump ha smentito di aver inviato tale lettera e ha avviato una causa da 10 miliardi di dollari contro il WSJ, preannunciando una battaglia legale che coinvolgerà anche Rupert Murdoch, magnate dei media. In questo contesto, il presidente sta cercando di ridurre l’impatto del caso.

Le indagini dell’FBI

Nel frattempo, centinaia di agenti dell’FBI stanno esaminando migliaia di documenti relativi agli Epstein files, alla ricerca di ogni possibile collegamento con Donald Trump. Questa attività è stata denunciata dal senatore Dick Durbin, capogruppo democratico della commissione Giustizia, in una lettera inviata a Pam Bondi, ministra della Giustizia, e ai direttori dell’FBI, Kash Patel e Dan Bongino.

Durbin ha affermato che, secondo le informazioni ricevute, Bondi ha esercitato pressioni sull’FBI per mobilitare un gran numero di agenti al fine di esaminare rapidamente i documenti, che contengono informazioni relative a Epstein, il quale è stato accusato di gestire una rete di traffico sessuale di minori. L’ordine di Bondi era di garantire un’analisi veloce, con turni di lavoro attivi 24 ore su 24, per identificare eventuali riferimenti a Trump.

La lettera di Durbin mette in evidenza il fatto che Trump, nel 2002, aveva descritto Epstein come “un tipo straordinario” e un “compagno divertente”. Il senatore ha chiesto a Bondi, Patel e Bongino se ci siano documenti che menzionano Trump, richiedendo che eventuali copie vengano inviate alla commissione Giustizia. Inoltre, Durbin ha chiesto chiarimenti sulla dichiarazione di Bondi riguardo alla lista dei clienti di Epstein, che secondo la ministra sarebbe stata “sulla mia scrivania per la revisione”, contraddicendo le sue affermazioni recenti che indicano l’assenza di tale lista.

Le accuse dell’ex compagna di Epstein

A complicare ulteriormente la situazione è intervenuta Stacey Williams, ex modella di Sports Illustrated, che ha avuto una breve relazione con Jeffrey Epstein. In un’intervista con Brianna Keilar della CNN, ha descritto il legame tra Epstein e Trump, definendoli “migliori amici”. Williams ha anche accusato Trump di averla molestata nel 1993, un’accusa che il presidente ha categoricamente negato.

Le dichiarazioni di Williams aggiungono un ulteriore strato di complessità alla già intricata vicenda legata a Epstein e alle sue connessioni con figure di spicco, tra cui Trump. Con l’attenzione mediatica rivolta a questi sviluppi, il presidente sembra intenzionato a difendersi con vigore dalle accuse e a chiarire la sua posizione.

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