Oggi, 18 luglio 2025, il Consiglio Affari Generali dell’Unione Europea ha approvato il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia in risposta alla guerra in Ucraina. Dopo intensi negoziati, che hanno visto l’opposizione della Slovacchia, il nuovo pacchetto introduce modifiche significative, in particolare riguardo al meccanismo del tetto al prezzo del petrolio russo, un aspetto che Mosca ha finora cercato di eludere.
Le nuove misure sul petrolio e le tecnologie
Secondo quanto riferito da una fonte diplomatica dell’Unione Europea, il pacchetto prevede un meccanismo dinamico per il tetto al prezzo del petrolio russo. Questo sistema stabilirà un prezzo massimo di vendita (al di fuori dell’Unione Europea) con uno sconto del 15% rispetto al prezzo medio di mercato. Il petrolio Urals, che generalmente viene scambiato a un prezzo inferiore rispetto al Brent, vedrà il suo valore passare da circa 60 dollari a circa 47,6 dollari al barile, se applicato il nuovo meccanismo.
In aggiunta, come anticipato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è stato introdotto un divieto di transazioni relative ai gasdotti Nord Stream 1 e 2. Questo divieto comprende la fornitura di beni e servizi, rendendo impossibile completare, mantenere o utilizzare i gasdotti che collegano la Russia alla Germania. Entrambi i gasdotti sono inattivi dal 2022, a seguito di un sabotaggio avvenuto il 26 settembre 2022, il cui autore rimane sconosciuto.
Il pacchetto prevede anche l’inserimento di 105 nuove navi nella lista delle imbarcazioni sanzionate, ritenute parte della “flotta ombra” di Mosca, utilizzata per aggirare il tetto al prezzo. Queste navi non potranno attraccare nei porti dell’Unione Europea e non potranno effettuare trasferimenti da nave a nave. Con queste aggiunte, il numero totale di petroliere sanzionate arriva a circa 400.
Un altro punto cruciale riguarda il divieto di accesso a Swift, che ora diventa un “divieto completo di transazioni”. Sono state aggiunte altre 22 banche russe alla lista di quelle escluse dal sistema di messaggistica internazionale.
Inoltre, come annunciato dal Presidente francese Emmanuel Macron, è stato imposto un divieto di importazione nell’Unione Europea di prodotti raffinati derivati da petrolio russo provenienti da Paesi non appartenenti all’UE, con eccezioni per Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Svizzera. Questo provvedimento mira a chiudere le falle che permettevano a Mosca di esportare indirettamente petrolio per la raffinazione.
Ulteriori restrizioni e sanzioni
Il pacchetto di sanzioni include anche un divieto di transazione con il Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), che si estende agli investimenti e alle istituzioni finanziarie che li supportano. Quattro società che hanno investito nell’Rdif sono state sanzionate, e la soglia per sanzionare le istituzioni finanziarie legate al sistema di messaggistica russo, noto come Spfs, è stata abbassata.
In aggiunta, le condizioni per includere gli istituti finanziari di Paesi terzi nella lista delle entità sanzionate sono state ampliate, colpendo coloro che eludono le sanzioni o supportano l’industria bellica russa. Sono stati sanzionati 26 soggetti, di cui 11 situati in Paesi terzi come Cina e Turchia, ritenuti coinvolti nell’elusione delle sanzioni europee.
Il pacchetto prevede anche ulteriori divieti di esportazione per limitare l’accesso della Russia a tecnologie avanzate e a duplice uso, comprese le macchine a controllo numerico utilizzate nell’industria militare. Queste tecnologie sono particolarmente rilevanti per la produzione di missili balistici come gli Iskander.
Infine, il pacchetto include l’estensione del divieto di transito a beni considerati critici per l’economia, in particolare quelli utilizzati nel settore energetico e nell’edilizia. Sono stati aggiunti ulteriori articoli all’elenco dei beni soggetti a divieto di esportazione, comprendendo macchinari, prodotti chimici e vari metalli e materie plastiche.
