Picierno e Tajani in conflitto su Gergiev: “Il governo intervenga”, “Siete stati voi a invitarlo”

Lorenzo Di Bari

Luglio 18, 2025

Scintille hanno animato il congresso della Cisl a Roma il 25 maggio 2025, dove il tema del direttore d’orchestra Valery Gergiev, noto per la sua vicinanza al presidente russo Vladimir Putin, ha generato un acceso dibattito. La vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, ha espresso il suo disappunto riguardo all’imminente concerto di Gergiev, previsto a Caserta il 27 luglio. Picierno ha sottolineato che la sua presenza sarebbe una “ferita inaccettabile” per la Campania e per l’Italia, richiamando l’attenzione sull’importanza della questione.

Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha risposto in modo deciso, chiarendo che l’invito a Gergiev è stato esteso dalla regione Campania e non dal governo nazionale. Tajani ha spiegato che il direttore d’orchestra possiede un passaporto olandese, permettendogli di viaggiare liberamente all’interno dell’Unione Europea. Ha inoltre evidenziato che l’appello contro l’invito dovrebbe essere rivolto al presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, e non al governo centrale. Picierno ha replicato, accusando Tajani di fare “Ponzio Pilato” e di non assumersi la responsabilità della situazione.

L’appello di Memorial Italia: 700 firme contro il concerto di Gergiev

L’organizzazione Memorial Italia ha lanciato un appello forte e chiaro per la cancellazione del concerto di Gergiev, raccogliendo in poche ore ben 700 firme. Lanciando accuse pesanti, Memorial ha definito Gergiev come un “sostenitore entusiasta” di Putin e ha denunciato il suo ruolo come “arma di infiltrazione culturale”.

In una lettera indirizzata alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e al presidente della Campania, Vincenzo De Luca, l’organizzazione ha chiesto una “inchiesta trasparente” sull’uso di fondi pubblici, compresi quelli europei, per eventi culturali legati a Gergiev o ad altri sostenitori del regime russo. Ha inoltre proposto la creazione di un fondo culturale per supportare artisti che si oppongono al regime di Putin.

Un’altra lettera è stata inviata ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, chiedendo un intervento più incisivo per fermare la diffusione di contenuti propagandistici pro-Putin. Memorial ha evidenziato la necessità di un organismo di controllo parlamentare per monitorare l’uso di fondi pubblici destinati a iniziative legate alla propaganda del Cremlino.

Il concerto di Caserta, finanziato con fondi pubblici, rappresenta un ritorno simbolico per Gergiev sulla scena culturale europea. Secondo Memorial, questo evento non è neutrale, ma un gesto politico che rischia di legittimare il regime russo e la violenza che esso perpetua. L’organizzazione ha chiarito che la richiesta di cancellazione non è un atto censorio, ma una necessità di contrastare la propaganda culturale di un regime accusato di crimini di guerra.

Le firme illustri a sostegno dell’appello

Tra i firmatari della petizione contro il concerto di Gergiev si trovano nomi di spicco, come Oleksandra Matviichuk, direttrice del Centro per le Libertà Civili di Kiev e Premio Nobel per la Pace nel 2022. Altri firmatari includono Oleg Orlov, Svetlana Gannushkina, Irina Scerbakova, e scrittori di fama internazionale come Herta Müller, Jonathan Littell e Mikhail Shishkin. Anche artisti e scienziati hanno aderito all’iniziativa, tra cui il coreografo Alexei Ratmansky e il biologo Eugene Koonin.

Memorial Italia ha espresso la speranza che questa iniziativa porti non solo alla cancellazione del concerto, parte della rassegna “Un’estate da re”, ma anche a misure concrete da parte delle istituzioni europee e italiane per contrastare fenomeni che minacciano i valori democratici. L’organizzazione ha sottolineato come la propaganda del Cremlino si sia diffusa in Italia, giustificando le azioni del regime russo e creando un clima di pericolo per la democrazia nel Paese.

Con l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze russe, la situazione è diventata ancora più critica, con media e figure pubbliche che amplificano le narrazioni del Cremlino. Tra gli esempi citati, ci sono manuali scolastici che riportano opinioni favorevoli alla propaganda russa e la proiezione di documentari che distorcono la realtà del conflitto. Questo contesto rende ancora più urgente la richiesta di cancellazione dell’invito a Gergiev, considerato un simbolo di una cultura strumentalizzata per fini politici.

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