Il 18 luglio 2025, a Darfo Boario Terme, il professor Sergio Matteo Savaresi, direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, ha presentato il progetto ‘Sharing for Caring’. Questo progetto si propone di portare avanti una ricerca universitaria innovativa, focalizzandosi sulla mobilità autonoma con il prototipo ‘Robo-caring’, una Fiat 500 elettrica progettata per persone anziane e fragili. L’incontro ha evidenziato la necessità di un cambiamento significativo sia in Italia che in Europa per trasformare le innovazioni in veri e propri progetti imprenditoriali.
Il progetto ‘sharing for caring’
Il progetto ‘Sharing for Caring’ è un’iniziativa che mira a sviluppare soluzioni di mobilità sostenibile, in particolare per le persone con difficoltà motorie. Durante la presentazione, Savaresi ha sottolineato come la ricerca avanzata sia già pronta per una sperimentazione su strada reale, evidenziando l’importanza di trasformare queste idee in opportunità imprenditoriali. Il prototipo ‘Robo-caring’ rappresenta un passo avanti significativo, essendo il primo veicolo di questo tipo sviluppato in Italia, all’interno del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile.
Il professor Savaresi ha dichiarato: “È qualcosa di potenzialmente pronto per un servizio, ma bisogna fare un grande salto”. Questo salto è essenziale affinché l’Italia e l’Europa possano sfruttare appieno le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, attualmente dominate da paesi come Cina e Stati Uniti. Il progetto è sostenuto da Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano, con la collaborazione di Cisco Italia, che fornisce supporto tecnologico.
Le sfide da affrontare
Savaresi ha messo in evidenza che la realizzazione di un progetto imprenditoriale di successo richiede investimenti significativi. “Stiamo provando a trasformare questo bellissimo progetto di ricerca in un grosso progetto imprenditoriale”, ha affermato, sottolineando la complessità tecnologica che richiede risorse economiche adeguate. Inoltre, per rendere disponibile questa tecnologia ai cittadini, è necessario un cambiamento normativo che elimini l’obbligo di avere un safety-driver a bordo, attualmente previsto dal Decreto Ministeriale 70 del 2018, relativo alle ‘Smart Road’.
Il professor Savaresi ha chiarito che il progresso tecnologico e le modifiche normative devono avvenire in sinergia. “Quando la tecnologia è stata messa completamente a punto da un’entità industriale imprenditoriale, serve lo sblocco normativo”, ha spiegato. Questa coordinazione è fondamentale per garantire che i veicoli autonomi possano circolare senza restrizioni e contribuire a una mobilità più inclusiva.
Prospettive di sviluppo
Il prototipo presentato a Darfo Boario Terme rappresenta una visione concreta del futuro della mobilità autonoma in Italia. Tuttavia, la domanda rimane: quando i veicoli a guida autonoma senza safety-driver saranno una realtà sulle strade italiane? Savaresi ha stimato che per vedere la messa a punto industriale e il completamento delle procedure normative saranno necessari dai due ai quattro anni. Questo lasso di tempo evidenzia la necessità di un impegno costante da parte delle istituzioni e delle aziende per rendere questa innovazione accessibile e operativa.
L’implementazione di tecnologie avanzate nella mobilità non solo rappresenta un’opportunità per il settore industriale, ma ha anche il potenziale di migliorare la qualità della vita delle persone anziane e con fragilità, rendendo il trasporto più sicuro e accessibile. La sfida ora è garantire che queste innovazioni vengano tradotte in realtà concrete, a beneficio di tutta la società.
