Esami semplificati alla Link Campus, Scotti commenta: “Accuse lontane dalla verità storica”

Lorenzo Di Bari

Luglio 18, 2025

L’ex ministro dell’Interno, Vincenzo Scotti, è stato recentemente condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione dal Tribunale di Firenze. La sentenza, emessa il 18 luglio 2025, è legata al controverso caso delle lauree facili presso la Link Campus University di Roma, istituzione da lui stesso fondata. Scotti, 92 anni, ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime il suo rispetto per la decisione giuridica, pur sottolineando di essere rimasto sorpreso dalla condanna.

La reazione di Vincenzo Scotti alla condanna

In una nota ufficiale, Vincenzo Scotti ha descritto il suo lungo impegno al servizio delle istituzioni e della società, evidenziando i risultati tangibili ottenuti durante la sua carriera, che si estende per oltre trent’anni. Ha dichiarato di aver sempre lavorato per il bene della comunità, affrontando le sfide più difficili legate al terrorismo e alla criminalità. Scotti ha fatto riferimento alla recente assoluzione di molti individui coinvolti nella stessa indagine, evidenziando il contrasto tra la sua condanna e le decisioni precedenti della Corte di Appello.

Scotti ha affermato: “Non posso che rispettare la decisione del Tribunale di Firenze che, tuttavia, mi ha colto del tutto impreparato”. La sua affermazione mette in luce una certa confusione riguardo al processo e alle sue implicazioni legali. L’ex ministro ha continuato a difendere il suo operato come presidente della Link Campus University, sottolineando il suo impegno per garantire l’accesso all’istruzione superiore agli studenti lavoratori.

Il caso delle lauree facili alla Link Campus University

La vicenda che ha portato alla condanna di Scotti ruota attorno a presunti illeciti legati a pratiche accademiche scorrettamente gestite all’interno della Link Campus University. L’istituzione, fondata da Scotti, è stata accusata di aver facilitato l’accesso a esami e lauree per studenti in modo non conforme agli standard accademici. Questa situazione ha suscitato un ampio dibattito sull’integrità del sistema educativo e sull’etica nella gestione delle università private.

Scotti ha dichiarato di aver sempre perseguito l’obiettivo di creare un polo di eccellenza accademica, affermando di aver dedicato oltre trenta anni della sua vita all’insegnamento in università italiane e straniere. Ha sottolineato che le accuse mosse contro di lui sono “sideralmente distanti dalla verità storica” e ha espresso la sua intenzione di presentare appello contro la condanna, in attesa delle motivazioni ufficiali da parte del tribunale.

Le prospettive future per Vincenzo Scotti

Con la condanna in atto, Scotti si trova ora a fronteggiare un’importante battaglia legale. Ha manifestato la sua fiducia nella magistratura, sperando che si possa fare chiarezza su una situazione che ha definito “molto dolorosa”. La sua intenzione di appellarsi alla sentenza indica che non ha intenzione di arrendersi e continuerà a lottare per la sua reputazione e per il suo operato.

La vicenda di Vincenzo Scotti non solo mette in luce le problematiche legate alla gestione delle università private in Italia, ma solleva anche interrogativi sulla responsabilità degli individui in posizioni di potere. La società osserva con attenzione gli sviluppi futuri di questo caso, che potrebbe avere ripercussioni significative sia sul piano legale che su quello dell’opinione pubblica riguardo all’istruzione superiore nel paese.

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