Siria: Israele colpisce nuovamente la città di Sweida con un raid aereo

Marianna Ritini

Luglio 17, 2025

L’agenzia di stampa ufficiale siriana, Sana, ha riportato un nuovo attacco aereo da parte di Israele nei pressi della città di Sweida, situata nel sud della Siria, il 17 luglio 2025. Questo raid rappresenta il primo episodio di violenza dopo il ritiro notturno delle forze governative siriane dalla regione. Secondo le fonti, l’attacco è avvenuto in un contesto di crescente tensione, derivante da recenti scontri tra combattenti drusi e tribù beduine, che hanno portato a un bilancio tragico di quasi 600 morti, come confermato da un’organizzazione non governativa.

Il contesto del raid a Sweida

Il raid aereo ha colpito la periferia di Sweida, una città a maggioranza drusa, conosciuta per la sua storica comunità etnica e religiosa. L’attacco è stato rivendicato ufficialmente da Israele, che ha dichiarato di voler mantenere la sicurezza nella regione e di proteggere i propri interessi strategici. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha comunicato in un videomessaggio che Israele continuerà a utilizzare la forza per far rispettare le sue “linee rosse” in Siria, in particolare per quanto riguarda la smilitarizzazione dell’area a sud di Damasco. Netanyahu ha specificato che non permetterà a forze militari di operare in questa zona, sottolineando la necessità di proteggere i drusi della montagna di Jebel Druze.

Dichiarazioni di Netanyahu e reazione internazionale

Nel suo messaggio, Netanyahu ha accusato il governo del presidente siriano ad interim, Ahmed al-Sharaa, di aver violato le linee rosse stabilite da Israele, inviando truppe a sud di Damasco e attaccando la comunità drusa. Queste affermazioni evidenziano la crescente tensione tra le forze israeliane e il regime siriano, che si trova a fronteggiare una situazione interna complessa e instabile.

Contemporaneamente, i ministri degli Esteri di diversi paesi arabi, tra cui Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Oman, Giordania, Iraq, Libano, Egitto e Turchia, hanno emesso una dichiarazione congiunta condannando i raid israeliani come una violazione del diritto internazionale. Hanno anche espresso il loro sostegno alla sicurezza e sovranità della Siria, respingendo qualsiasi forma di ingerenza straniera nei suoi affari interni. La dichiarazione ha accolto positivamente l’accordo di cessate il fuoco raggiunto a Sweida, sottolineando l’importanza di rispettare tale accordo per salvaguardare la vita dei civili e garantire la stabilità nella regione.

Conseguenze del conflitto in Siria

La situazione a Sweida e in altre aree della Siria continua a essere critica, con un impatto significativo sulla vita quotidiana dei cittadini. Gli scontri tra le diverse fazioni e il coinvolgimento di attori esterni come Israele rendono la crisi siriana sempre più complessa. Le dichiarazioni dei leader politici e le azioni militari contribuiscono a un clima di incertezza e paura tra la popolazione. La stabilità della Siria è considerata cruciale per la sicurezza regionale e rappresenta una priorità condivisa da molti paesi, come evidenziato nella recente dichiarazione dei ministri degli Esteri arabi.

La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi in Siria, consapevole che la risoluzione del conflitto richiederà un impegno congiunto per garantire pace e sicurezza, non solo per il popolo siriano, ma per l’intera regione.

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